Tre Autistici al Bar

TWS Sunday Battle #7

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    Ah! Che bello il mare!
    Le onde che si infrangono sul bagnasciuga, le fronde delle palme che ondeggiano con la leggera brezza primaverile e i granchietti che ballano sulla spiaggia di Miami.
    Ma non siamo qui per parlare della miglior città americana che esista.
    Infatti siamo alla solita steakhouse, ma in particolare ci troviamo all’interno del meraviglioso Italians Do It Better.
    Vediamo il bellissimo e modestissimo Ricky Meletti dietro al bancone, e notiamo che si è tolto la toppa sul naso, che è ancora storto, ma è guardabile.
    Il bartender sta preparando un Blue Blazer, e infatti vediamo che il liquido che esce dallo shaker è infiammato, e crea una bellissima cascata di fuoco che va a riempire un bicchiere in cristallo, che rifrange la luce generata dalle fiamme creando un effetto arcobalenico molto interessante. Il barman non indossa una delle sue solite camice hawaiiane. Lo vediamo indossare una canotta bianca, ma accompagnata dai suoi classici jeans strappati. Di fronte a lui vediamo Adam Fraser e Damon Hill, che oggi a quanto pare sono di riposo. Non che Damon abbia mai dato un’effettiva mano, a parte per qualche rara occasione.


    Ricky: “Oh, avete sentito che cazzo hanno detto quei figli di puttana di scandinavi? Vogliono i nostri titoli. Io comincio a chiamare Mamma Concetta, che almeno andiamo a pareggiare i numeri di quei cazzo di minion che si portano appresso.”

    Detto ciò, il bartender tira fuori il cellulare e chiama, sparendo per un po' all'interno del magazzino.
    Vediamo Fraser particolarmente più scocciato del solito, sembra quasi visibile la vena del collo che vuole venir fuori e picchiare qualcuno.


    Adam: "Stanno superando il limite della mia pazienza. Non ho nessun problema con un branco di idioti che si mettono in fila per i nostri titoli, me ne frego di chi viene a sfidarci, vinceremo noi comunque. Ma le faccende vanno risolte sul quadrato, sono stufo di vedere il bar venir distrutto da quel demente di un boscaiolo."

    Lo scozzese si volta verso Hill, quasi compatendolo.

    Adam: "Non abbiamo messo un freno a Damon per ritrovarci dei pezzi di merda che se ne approfittano liberamente. Voglio essere corretto, non stupido."

    Damon: "Adesso parliamo la stessa lingua"

    Damon indossa il suo kimono da Jiujitsu chiuso da una cintura nera ed ha poggiato il suo borsone accanto alla sedia.

    Damon: "Non possiamo lasciarli andare senza ritorsioni, non finché siamo noi i campioni e non finché siamo noi il trio migliore"

    Il texano sbatte il pugno sul tavolo, il braccio era quello rimasto ingessato fino ad una decina giorni prima.

    Damon: "E noi SIAMO il trio migliore Adam, o sbaglio forse?"

    Fraser lo guarda soddisfatto, lo sguardo precedente sembra sciogliersi.

    Adam: "Questa cosa che iniziamo a scambiarci le personalità deve finire, inizio a non capire più niente."

    Lo scozzese si mette la mano dietro al collo, sembra si stia calmando un po'.

    Adam: "Non so Ricky, ma per me hai carta bianca. I fanboy di Vikings devono capire qual è il loro posto."

    Sentiamo per la prima volta Adam alzare la voce, mandando in vacca l'impressione data.

    Adam: "RICKY! DOBBIAMO SCEGLIERE, LASCIA PERDERE QUEL CAZZO DI MAGAZZINO PER DUE MINUTI, VERONIKA PUOI CHIAMARLA DOPO!"

    L’italiano mette la testa fuori dal magazzino. Sembra davvero incazzato, e quando mai, direbbero alcuni.

    Ricky: “PORCODDIO!”

    Ecco, appunto.

    Ricky: “Non stio a chiamà a Veronika, stio a chiacchiarà co Mamma Concetta.
    Non je la fa a ‘rria pe ‘stu show, ma pe le prossime ote sta qua co la cricca.”

    Fa un sospiro incredibilmente lungo, poi torna dietro al bancone. Notiamo l’espressione sbigottita di entrambi i compagni del bartender. Probabilmente non hanno capito una parola di quel che ha detto il loro amico.

    Ricky: “Che cazzo c’è da scegliere? Spacco di mazzate quel pelato dimmerda e non ne parliamo più.”

    Damon: "Che cazzo c'è da scegliere lo dico io. Sono stato IO ad essere stato schiantato sul cabinato e sono sempre IO ad avere un conto da saldare!"

    Ricky: “Ma tu ti sei appena ripreso, mica sei in piena forma ancora, dove cazzo vuoi andare?”

    Damon: "A sgozzare il tagliaboschi! Oltre al naso ti hanno rotto anche i timpani?"

    Il bartender si avvicina alla faccia del suo texano compagno. È letteralmente a due centimetri dal suo naso.

    Ricky: “Primo: permettiti ancora di parlami in questo modo e ti relego al ruolo di cabinato ad interim.
    Secondo: te l’ho già detto, niente coltelli o taser, ti presto la pistola di ordinanza che non ho mai restituito al commissariato di Miami.
    Terzo: ho già detto che quello stronzo lo scasso di mazzate io, contesta ancora e mi porto te come arma contundente.”

    Damon: "Senti Andrew Tate di Sant'Elpidio, che raz-"

    Adam: "E fatela finita."

    Fraser se ne sta con la testa poggiata contro il proprio pugno, messo sul bancone. C'è una serietà nel suo sguardo che è quasi tagliente. Si volta verso Meletti, guardandolo quasi con cattiveria per la prima volta.

    Adam: "Metti il culo su una sedia Ricky."

    La vena sulla tempia di Meletti è più esposta che mai. La mano del bartender indugia sul cassetto nascosto del bancone, che sappiamo contenere il famigerato fucile a pompa.
    Però l’italiano riesce a contenersi, e la gigantesca manona va invece a prendere il bicchiere di cristallo che contiene il drink che stava preparando poc’anzi.
    Fa una lunga sorsata, di quelle piene e soddisfacenti, poi si siede. La mano libera indica Fraser. La posizione è molto plastica. Il palmo è teso e tutte le dita sono unite, come se stesse dirigendo il traffico.


    Ricky: “Ok.
    Come ci organizziamo?”

    Lo scozzese si alza un momento, avvicinando lo sgabello ai due compagni, ma prima di rimettersi seduto tira uno sguardo "di lato" a Hill.
    Neanche durante la discussione per i metodi usati contro l'Hardcore Soccer Team era cosi.


    Adam: "Tu non ti ci avvicini nemmeno alle corde, devi rimetterti in forma perfetta per il prossimo Match. Se ti vedo salire sull'apron ti spezzo entrambe le gambe cosi ci togliamo il pensiero una volta per tutte. Sono stato abbastanza chiaro Damon?"

    Damon: "Devi solo provarci incula capre, è da un bel po' che non facciamo un uno contr-"

    Le parole si strozzano in gola ad Hill che incrocia per la prima volta gli sguardi di entrambi i suoi compagni che lo stanno fissando.

    Damon: "Non mi sono ancora ripreso vero?"

    Il texano abbassa lo sguardo sul suo arto destro. La mano nel corso della lite ha afferrato il bordo del tavolo in una morsa ma il braccio, per quanto lieve che sia, sta indubbiamente tremando.

    Damon: "Ciò che è giusto è giusto"

    Damon si getta stancamente sulla sedia stavolta, finalmente, tranquillo.
    Fraser chiude un momento gli occhi e fa un respiro profondo, mettendo una mano sulla spalla a Damon.


    Adam: "So che sei incazzato. Lo siamo tutti e tre. Ma tieni quel cervelletto attivo, non mi faccio chiamare incula capre da un coglione che si rompe solo entrando sul quadrato."

    Gli tira una scoppola dietro la testa.

    Adam: "Al momento del tre contro tre potrai sfogarti come vuoi. Faremo in modo che gli passi la voglia di venire a romperci i coglioni."

    Fraser si volta ora verso Meletti, che leggendo la situazione non si è intromesso.

    Adam: "Andrò io. Tu rischi di avere un embolo solo a vederlo Sigurd, non è una scelta saggia. E io sono l'unico stronzo che ancora non ha avuto un Match per conto proprio. Devo riprenderci la mano, altrimenti rischiamo."

    L'Assoluto si avvicina lui al viso di Meletti stavolta, guardandolo negli occhi.

    Adam: "Questa è la scelta più intelligente che possiamo fare. Perciò, se devi prendere il fucile e spararmi muoviti e fallo, altrimenti questa è la nostra soluzione. Siamo d'accordo?"

    Meletti pare si sia calmato dopo la bevuta, infatti non fa una piega quando Adam gli arriva nel muso. Semplicemente l’italiano fa pat pat sulla testa dello scozzese, poi si accende una sigaretta.

    Ricky: “Effettivamente anche tu hai bisogno di spiegare le ali, Adam.
    Ma ti chiedo un favore.
    Anzi, non ti chiedo un cazzo. Mi prendo il diritto di menarmi con quello più grosso: Hallbjorn.
    Quello mi ha sfondato il naso, mi merito di vendicarmi.
    Se non in questo show, anche il prossimo va bene.”

    Adam abbassa la testa, con fare dispiaciuto.

    Adam: "Va bene, è quello che rispetto di più ma è giusto cosi. A te va bene?"

    Dice voltandosi verso Hill.

    Damon: "Era da un bel po' che non vedevo quel tuo sguardo, lo avevo quasi dimenticato "

    Sul viso di Damon si dipinge pian piano un sorriso enigmatico. Il texano però si mette il borsone in spalla e si dirige verso l'uscita facendo svolazzare i lembi del suo kimono.

    Damon: "<<siamo poi così diversi tu ed io?>> ahahah"

    Hill dà le spalle ai suoi amici e li saluta con un cenno della mano. Prima di scomparire tra i corridoi dell'arena si sente un suo ultimo commento.

    Damon: "Sigurd riceverà davvero una brutta sorpresa stanotte."

    Ricky: “Ma tanto quello riceve sorprese pure quando va a mignotte, ormai non credo che tu possa stupirlo più di tanto.”

    In realtà Meletti non fa neanche in tempo a finire, che Damon è già uscito di scena.
    Il barista guarda Adam con uno sguardo leggermente sconsolato.


    Ricky: “Io sarò cocciuto, ma lui mi supera al cento per cento.
    Siamo sicuri che sia saggio mandarlo per i cazzi suoi?”

    Nel frattempo, Meletti si mette a preparare un Margarita, che porge a Fraser una volta finito.
    Fraser lo accetta con gusto, sedendosi comodo.
    Non era un gran bevitore.
    Poi ha conosciuto Meletti.


    Adam: "Sei una pessima influenza Ricky, inizio a sviluppare vizi che non pensavo avrei mai avuto."

    Sorseggiandolo un po', si volta verso l'uscita.

    Adam: "Andrà tutto bene. Ora che ha ricevuto carta bianca starà andando a procurarsi un cannone laser che manco in Final Fantasy. E poi voglio dire, l'ultima volta che l'abbiamo tenuto al bar è stato scassato su un cabinato, a questo punto mandarlo in giro non mi sembra tanto peggio. Almeno lo dovranno cercare prima di menarlo, no?"

    Lo scozzese finisce il drink, alzandosi.

    Adam: "Beh, devo prepararmi al Match. Stasera gli farò il... come dici tu? Porcoddio?"

    Gli occhi dell’italiano si illuminano. Si asciuga una finta lacrima, poi poggia una mano sulla spalla del compagno, con uno sguardo orgoglioso come non mai.

    Ricky: “Tu…
    Tu sei degno di essere il mio erede.
    Non importa quanti vizi tu prenda, che sono comunque tutti giusti, perché vengono da me.
    Non importa quante volte tu perda la calma e ti permetta di alzarmi la voce.
    Non importa quante prese di posizione tu possa fare.
    Io ti insegnerò ad essere un uomo vero.”

    Lo forza nuovamente sullo sgabello. Fraser prova a fare resistenza per un attimo, ma sa che quando Ricky è in questo stato di illuminazione non può essere fermato, quindi si accomoda e lascia che il compagno continui.

    Ricky: “Siediti, ragazzo."

    Adam: "Ma mi hai già messo a sed-"

    Ricky: "Sto per farti capire quanto è bello essere italiano.”

    Il collegamento inizia a sfumare proprio quando Ricky inizia a spiegare l’etimologia di tutte le bestemmie che possano venirgli in mente. L’immagine è quasi idilliaca, se non fosse che l’italiano sta sconsacrando l’intero calendario, con la probabile aggiunta anche di qualche santo non canonico. L'ultima immagine che vediamo è lo sguardo devastato ma incredibilmente interessato dello scozzese, che nel frattempo continua a sorseggiare.
     
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